Utilizzare alcuni tools per “pulire” il proprio testo offre grandi vantaggi: nella nostra guida vediamo quali sono e come si usano.
Approcciarsi al self editing di un testo scritto di proprio pugno è una di quelle operazioni che un autore deve fare con estrema pazienza: si parla di migliorare la propria scrittura, non una passeggiata. Esistono molti modi per cercare di aumentare la qualità dei vostri progetti: si può lasciar perdere per qualche mese un testo su cui ci si era impantanati e poi riprenderlo con nuove prospettive, oppure se sei già a buon punto è bene cercare di ottenere qualche feedback da lettori “di fiducia”. Eventualmente si può anche decidere di assumere un editor che vada a valutare la vostra prima stesura e dia qualche consiglio per migliorare il tutto, oppure servirsi di alcuni strumenti di editing da applicare al testo. Fermo restando che sotto molti punti di vista avere un rapporto collaborativo con un editore è la soluzione migliore in molti casi, proviamo a dare uno sguardo a ciascuno di questi metodi di self editing analizzandoli singolarmente.
Feedback do it yourself oppure rivolgersi ad un parere esterno?
Se non hai particolari vincoli di tempo puoi anche vedere tu stesso cosa migliorare, ma avere un parere di un’altra persona o di un altro strumento può essere fondamentale. E’ difficile essere completamente obiettivi sulla propria scrittura, perciò noi consigliamo sempre di rivolgersi anche ad una persona o a strumenti in grado di sistemare le zone grigie del tuo testo. Vediamo appunto di spiegare cosa si intende per editing tools: si tratta si strumenti di modifica automatizzati per migliorare la propria scrittura e che vanno a trovare in modo efficiente gli errori all’interno di uno scritto. Sono ampiamente disponibili online e alcuni di loro sono molto economici se non addirittura free. Distinguiamo i tools diagnostici (buoni esempi sono Consistency Checker, Hemingway App, Perfectit Pro e Self-Editing macros) dai fixing tools (tipo Scrivener’s Binder, Word’s Navigation Pane, Split-screen feature in Scrivener e Split-screen feature in Word). I primi verificano la presenza di uno o più potenziali problemi di scrittura attraverso il clic di un pulsante, mentre gli altri aiutano in concreto a risolvere gli errori una volta identificati grazie ai tools diagnostici.
Ma quali sono i vantaggi di questi programmi?
Non sono persone, perciò saranno ancora più oggettivi e sapranno sottolineare gli errori senza dare giudizi. Inoltre tagliano i costi: essendo abbastanza economici, se si decide di utilizzare e poi eventualmente rivolgersi ad un editor, quest’ultimo si troverà con un carico di lavoro sensibilmente alleggerito. Tradotto: si risparmia un bel po’, in tempo e denaro. Una domanda che viene posta molto sovente è se questi strumenti migliorano la propria scrittura in generale, al di là del testo su cui si opera. A questo interrogativo non si può rispondere con certezza, ma secondo alcuni dati sembrerebbe proprio di si, specie se l’autore è disposto ad agire sulle informazioni che vengono prodotte dagli editing tools. Esempio: se uno strumento di modifica suggerisce che hai incluso troppe parole inutili all’interno del tuo testo, dopo averne eliminate tot in un tot di pagine, c’è un’ottima possibilità che in futuro le eviterai. Perciò se li utilizzi sicuramente riuscirai a focalizzarti sulle cose per cui è necessario prestare attenzione, ma sarai comunque tu a decidere quando e come intervenire. In sostanza: questi strumenti non scriveranno il libro al posto tuo! A parte gli scherzi, hanno dei limiti come ogni elemento informatico: non possono entrare nella nostra testa e quindi non penseranno al posto nostro. Uno strumento di editing ravvisa errori, ma sta a te decidere quando e se rimuoverlo. Ma soprattutto: essi non sono progettati per risolvere in toto i tuoi problemi di scrittura. Possono darti una (grossa) mano, ma non hanno la bacchetta magica. Perciò devi essere tu a fare il lavoro “pesante”. Se lo strumento che hai scelto individua ad esempio una frase troppo lunga e ingombrante, spetterà a te scinderla magari in due periodi diversi, non lo farà lui per te.
Strumenti di editing: come usarli?
Per apprendere a pieno il funzionamento di questi tools serve tempo: è necessario procedere lentamente altrimenti non serviranno a molto. Se ne hai più di uno, non utilizzarli tutti insieme, altrimenti avrai troppe cose su cui prestare attenzione (col rischio di fare pasticci). La chiave è rimanere concentrati e migliorare la scrittura per gradi. Ovviamente utilizza prima gli strumenti diagnostici, che rilevano gli errori presenti nel tuo testo: analizza un capitolo alla volta, non tutto il libro. Un’eccezione a questa regola è rappresentata da Perfectit Pro: questo tool è progettato apposta per controllare la coerenza di un intero manoscritto.
Sintetizzando: utilizzare strumenti per migliorare la propria scrittura è una scelta saggia, che ti consigliamo caldamente, ma se decidi di farne a meno allora non c’è altra soluzione che rivolgersi ad un editor.