Adobe InDesign è un programma di Desktop Publishing prodotto da Adobe System e rivolto all’editoria professionale. Sviluppato come concorrente di Quark XPress e rilasciato nella sua prima versione nell’agosto del 1999. InDesign si colloca come successore ed alternativa ad alto profilo di Pagemaker. Tra le sue caratteristiche principali : il supporto multilingua, la gestione avanzata di caratteri OpenType, la possibilità di gestire effetti di trasparenza, e la forte integrazione con gli altri prodotti di casa Adobe e una geniale idea: i collegamenti. Chi già bazzica nel mondo dell’impaginazione professionale sa di cosa sto parlando. Soprattutto se questo qualcuno è passato da XPress ad InDesign. E’ davvero uno strumento fondamentale per un grafico che si rispetti. Figuriamoci poi se è un ossessionato come noi!
“Un attimo! Io mi sono fermato al Desktop Publishing!”
Il desktop publishing, in sigla DTP, è l’insieme delle procedure di creazione, impaginazione e produzione di materiale stampato dedicato alla produzione editoriale (come libri, giornali, riviste o depliant), usando un personal computer. Il termine (letteralmente “editoria da scrivania”) si riferisce al paragone con i sistemi tradizionali di preparazione della stampa, che avevano bisogno di diverse fasi fotografiche e meccaniche successive. Dall’inizio degli anni novanta il DTP ha sostituito in maniera pressoché totale le tecnologie precedenti, dando il via alla prima profonda rivoluzione della tipografia, a più di cinque secoli dalla prima stampa di Gutenberg.
Tutto chiaro? Si parte!
Il video tutorial è diventato parte della mia vita. Ormai vado in giro con una video camera e spiego di tutto a tutti! No! Scherzo! Non sono così messo male. Devo dire che però, continuerò a produrne, rimpiazzando il vecchio tutorial di testo. Sono molto più pratici. In qualunque caso dei riferimenti testuali li ritroverete sempre dopo il video.
“Abbondanze, segni di taglio ma cosa dici?” Se ti sei perso per strada continua a leggere!
Le abbondanze
Per capire di cosa stiamo parlando dovete immaginare il vostro un formato carta. Prendiamo il più conosciuto: L’ A4. A seconda del tipo di carta, e di cosa si deve stampare, viene stampato su di un formato carta molto più grande. Ripetuto poi in copie. Solo dopo vengono tagliati nel formato finale ovvero il nostro A4. Ora che sapete questo, immaginate di aver creato la vostra stupenda grafica e di averla fatta finire giusto giusto sul formato finale. Sarebbe improponibile pensare di tagliare dove finisce il colore. Il rischio è quindi che si intraveda un filetto bianco davvero sgradevole alla vista. Per risolvere questo “angoscioso” problema si lascia proseguire per qualche millimetro il box colorato oppure la fotografia (dai 3 ai 5 mm, dipende dall’azienda).
Segni di taglio
Sono, insieme alle abbondanze le parti fondamentali da inserire nel nostro PDF. Sono dei sottilissimi segni colorati in “registrazione”. Cioè? Cioè il 100% di CMYK, ovvero tutti i colori di stampa, vengono messi in questo particolare modo perché possano finire su tutte le lastre. Ma a cosa servono questi maledetti ” segni di taglio”? Servono ad indicare dove dover tagliare, e insieme alla carta in eccesso anche le abbondanze.
Pagina al vivo
Sapendo queste due cose, è scontato dire che la pagina al vivo è il formato della carta rifilato, già tagliato.
Area indicazioni
L’area indicazioni è un’area in cui vengono aggiunte delle indicazioni al di fuori della pagina da rifilare. Sono generalmente usate in pubblicità per mostrare informazioni su di un annuncio che non fa parte di un annuncio principale. La posizione sul documento può variare in base alle necessità lavorative.